Utopia Custom Shop

Utopia Custom Shop

Con i vari articoli sul mondo della chitarra e del basso sto scoprendo un mondo variegato e pulsante che spazia dall’artigianato alla liuterie ed ha in comune la profonda passione per chitarra e basso.
Sto anche riscontrando un vivo interesse da parte di molti lettori che spero continui.
Senza la disponibilità degli intervistati tutto ciò non sarebbe possibile e a loro va un enorme grazie.

Il protagonista di oggi è il liutaio Davide Castellaro di Utopia Custom Shop che ha risposto in modo entusiasta alle domande e ha fornito diverse splendide foto delle sue creazioni.
Ecco a voi.

Ciao Davide, ci potresti parlare della tua attività?
La mia attività nasce professionalmente a metà degli anni 907, dopo il diploma alla Scuola Internazionale di Liuteria di Parma sotto la guida del M° Renato Scrollavezza.
Nei primi tempi ho affiancato il lavoro in bottega con l’insegnamento nella stessa Scuola. Mi sono sempre dedicato principalmente agli strumenti acustici ma nel tempo il mercato mi ha portato a realizzarne maggiormente elettrici. Ho lavorato per diversi importatori e brand e seguito produzioni di strumenti musicali.

Nel 2011, insieme a due amici che già lavoravano in ambito musicale, abbiamo aperto il Centro Musicale Music Island a Tortona (AL), quasi duemila metri quadri di struttura, con negozio, laboratorio di liuteria, sale prova, studi di registrazione e auditorium per orchestre. Attualmente, viste le molte richieste, ho riattivato anche il vecchio laboratorio a Lerma (AL) dove mi occupo esclusivamente di costruzione.
Ho sempre avuto una filosofia molto precisa: lavorare con il cliente, questo perché sto costruendo la Sua chitarra e non la mia, quindi molta progettazione e confronto per avere uno strumento davvero custom.
La mia passione per il legno fin da piccolo mi ha portato ad avere una discreta selezione di legno molto particolare e pregiato oltre che stagionato da moltissimi anni, che propongo per i mie progetti. Per il settore acustico ho sviluppato una mia concezione di suono e di catenature per i miei strumenti a mio parere molto “malleabili” e che permettono di avvicinarsi molto al tipo di suono che mi viene richiesto ogni volta.
Ho sempre pensato che fare il Liutaio sia prima di tutto un lavoro e quindi mi sono dotato di sistemi di lavoro per snellire la parte di manovalanza a favore della ricerca e delle finiture.

Credi che fare il musicista, il liutaio o un altro lavoro affine sia fattibile nel nostro Paese?
Per quel che riguarda il musicista o simili, non ho la competenza per poter rispondere, per quel che riguarda il mio mestiere il discorso sarebbe molto molto lungo. Inizio col dire che negli ultimi anni, dopo la globalizzazione di internet intendo, il mio mestiere più di altri è stato “sprofessionalizzato” arrivando a toccare soglie di hobbismo da domenica mattina e quindi se vent’anni fa, venivi chiamato, anche troppo formalmente, “Maestro” oggi quando dici di esser liutaio ti rivolgono la classica frase: “si , ma di lavoro? ..”.
Questo per dire che purtroppo si è perso di vista il fatto che la professionalità mia e dei colleghi si è formata con anni di studio, esperienza e Scuole e non può esser appresa da Google.
Detto questo, chi oggi si affaccia al mondo del lavoro facendo l’artigiano ha un bel coraggio: deve farsi largo in un mare di pregiudizi e in un mercato saturo di proposte , inoltre , il livello del lavoro di fabbrica , si è drasticamente alzato e anche le produzioni cinesi di costo contenuto hanno finiture buone e sono complessivamente all’altezza avendo anche un valore di mercato e rivendibilità. Noi della “vecchia leva” non abbiamo molti problemi ma per un giovane la vedo davvero dura.

In che direzione sta andando il mercato degli strumenti musicali in Italia?
Il mercato negli ultimi anni , soprattutto dopo il covid, ha rallentato parecchio, complice anche la crisi, i rialzi dei prezzi e l’incertezza del futuro.
Nel mio ambito, essendo un settore di nicchia, non sento molto il contraccolpo, ma non faccio testo; in realtà però godo di una posizione di osservatore privilegiato in quanto appunto inserito in un ambiente di lavoro più ampio in cui il feed è proprio quello.
Si è passati da un core business incentrato principalmente sullo strumento economico elettrico a quello prestigioso acustico e l’amplificazione è andata di conseguenza.
I grandi colossi sia europei che italiani dettano, in un certo senso, la linea dei prezzi e parecchi negozi hanno chiuso.
E’ necessario anche rilevare però come l’atmosfera sia viva e propositiva, come ho potuto vedere alla recente fiera di Roma Musika Expo con una grandissima affluenza di pubblico.

Pensi che i social network siano d’aiuto nel tuo lavoro?
I social sono un’arma a doppio taglio: se da un lato danno visibilità immediata ad un buon pubblico e a costi contenuti, dall’altro, come dicevo prima , la danno a tutti e quindi parificano il professionista con l’hobbista creando uno strato “grigio” in cui tutto è lecito e chi fotografa meglio e sa usare Photoshop spesso vince su chi lavora in modo professionale ma è meno “mediatico”.

Progetti futuri?
A livello lavorativo cercare di incentrare la mia attività più sulla produzione che sulla riparazione e il restauro puntando sul lato acustico di alta fascia, dal punto di vista burocratico invece mi piacerebbe molto ridare dignità al mio lavoro a creare un Albo professionale di chi quest’arte la fa per mestiere e investe seriamente su se stesso.

E` senz’altro un’intervista molto profonda e piena di spunti di riflessione sia sul mercato che sulla professione stessa di liutaio.
Ringrazio ancora di cuore Davide per questa bella intervista (e per le fotografie) e vi invito a commentare l’articolo per farmi sapere cosa ne pensate.
A presto!