BITTO guitars

BITTO guitars

Un caro saluto a tutti i lettori del blog e a tutti gli artigiani e liutai che hanno contribuito alla realizzazione di tutti gli articoli.
Anche in questo post ho avuto il piacere di intervistare un liutaio che sforna pezzi davvero notevoli: sto parlando di BITTO guitars.
E ora senza ulteriori indugi ecco a voi l’intervista completa!

Ciao, da dove viene il nome Bitto Guitars?
BITTO nasce come nickname.
Una decina di anni fa stavo riascoltando insieme al noto chitarrista italiano Federico Poggipollini, le tracce di un mio CD inciso da poco. Fede mi fece notare che il mio nome per esteso non era immediato da memorizzare e che quindi avrei fatto bene ad inventarmi uno pseudonimo, una sorta di nome d’arte per quanto riguarda l’attività artistica che stavo percorrendo quale chitarrista e cantautore facendo riferimento a se stesso che veniva chiamato sul palco come Capitan Fede.
Ad un certo punto, con il suo inconfondibile accento bolognese esclama: l’ho trovato … BITTO, tu sei BITTO… è Perfetto!!!”
A me inizialmente veniva un po’ da ridere, ma da allora nel settore musicale molti mi chiamano con questo bizzarro ma “perfetto” nickname.

Ci potresti parlare della tua attività?
Che dire… non molto tempo fa, spinto dalla passione, conoscenza e amore per le vecchie Chitarre Vintage un pensiero inizia ad insinuarsi nella mia testa: provare a riprodurre la mitica “Number 1” di Mr. Keith Richards dei The Rolling Stones. Sì, proprio la famosissima MICAWBER.
Inizio a documentarmi e reperire tutto il necessario partendo da zero per farla quanto più simile possibile, visto che le copie rifatte (anche dalla stessa Fender) sono abbastanza approssimative e non proprio fedeli all’originale sia dell’aspetto che nell’elettronica. Mentre inizio a cercare il legname giusto mi rendo conto di dover acquistare interi tavoloni da circa 3,5 metri e a quel punto si alza l’asticella e mi dico: ok, ho legno per farne 7, 8, iniziamo a realizzarne qualcuna di cui non ho l’originale come:
1) la Micawber
2) la prima Stratocaster realizzata nel 1954
3) una Stratocaster “muletto” molto simile a quella che uso solitamente per i live
4) Una Telecaster personalizzata e più moderna.
Sì… quattro chitarre. Nella peggiore delle ipotesi avrei avuto tanta buona legna da utilizzare con il barbecue la domenica.
Ancora incredulo inizio a parlarne con alcuni amici e armato di tanta pazienza mi chiudo in laboratorio H24 dove giorno per giorno questi rudi legni iniziano ad animarsi, prendere forma e vita.
Gli strumenti dovranno suonare perfettamente come devono, con le loro caratteristiche di un tempo e come li ho in testa, quindi nel reperire i materiali decido di far realizzare a mano la parte elettrica eseguo per la verniciatura i consigli di un bravo carrozziere, visto che questi strumenti venivano verniciati con tecniche e vernici con le quali si realizzavano le gloriose automobili degli anni 50 e 60.
Decido anche di dare un nome a questi legni creando un logo e stampando delle decal.
Affascinato dagli splendidi dipinti di un Artista decido di spedirle un corpo da dipingere e nascono anche le originali “Brigantelle”, come potete vedere sbirciando il sito www.bittoguitars.com

 

L’Italia supporta te e i tuoi colleghi?
Questa è una domanda alla quale non so dare una netta risposta in quanto il mio Brand nasce da un tempo relativamente breve e lo sto tirando su puntando totalmente sulle mie forze, passo dopo passo. Credo comunque che se si ha un’idea forte e quell’idea è alimentata da una forte Visione, Credo e Passione si possa riuscire a fare tutto, sì, anche in Italia, nonostante qui si alimenti poco il campo “Artistico”.

Qual è il ruolo del web e dei social network nel tuo lavoro?
Oggi bisogna essere presenti in rete e sui social assolutamente anche per chi come me ama la “vecchia scuola”.
Il mercato è globale e bisogna starci dentro.
Sicuramente prestare attenzione al Web e ai Social richiede maggiori risorse soprattutto in termini di tempo, credo però che ne valga la pena in quanto ciò ti permette di “partire” con il tuo progetto anche in un piccolo centro ed essere sul mercato a livello internazionale.

Prospettive future?
Se provi a chiedere a qualcuno come si vede tra 5 anni la maggior parte delle risposte sarà: “Non lo so, spero non peggio di oggi!!!”
Credo che il periodo storico che stiamo vivendo non favorisca in Italia il proliferare di talenti ne dia una spinta concreta a chi ha voglia di fare, ma credo anche che chi si mette in gioco lo debba fare con tutto se stesso per dar vita a qualcosa in cui crede e che possa crescere sempre di più nel futuro.
Io il futuro lo immagino a testa in giù, un po’ all’incontrario. A me ciò che più mi diverte e stimola è la fantasia di portare fuori dalla tomba Mr. Clarence Leonidas Fender, comunemente conosciuto come Leo Fender, per portarlo nel presente e lavorare con lui e come lui, utilizzando i suoi vecchi schemi, tecniche e macchine per sviluppare un “ azienda di Liuteria, una Scuola di ciò che è stata la “Golden Era”.
Una fantasia bizzarra e sicuramente fuori dagli schemi, ma io sono un “sognatore”, e sono fermamente convinto che i sogni si possono realizzare se davvero ci in quel sogno ci credi e lo vedi sin da subito, nel famoso “qui e ora”.
Perché in fondo come diceva il buon P.Coelho: “Vola solo chi sa farlo”.

 

Delle belle parole da un professionista che vuole farsi strada e ha tutte le carte in tavola per emergere!
Ricordo che tutte le immagini presenti sono state gentilmente concesse da BITTO guitars e sono disponibili sul suo sito, sulla pagina Facebook e sul profilo Instagram.
In chiusura alcuni video con degli endorser d’eccezione.

 

1 thought on “BITTO guitars”

  1. ⭐️ Grazie per i complimenti e le belle parole ⭐️ Vi aspetto tutti sulle Pagine Social: BITTOGUITARS e naturalmente su: bittoguitars.com 🎸
    A presto 💪🏻

Comments are closed.