Tassaniguitars

Tassaniguitars

Salve a tutti cari lettori,
da quando ho iniziato a scrivere su questo blog ho avuto diverse soddisfazioni ed esperienze positive.
Ho conosciuto diverse belle persone piene di passione per la musica e gli strumenti musicali che sono partiti da zero e ora realizzano chitarre, bassi e (prossimamente anche altro…) davvero interessanti.
E` il caso del protagonista di oggi: Ivan di Tassaniguitars che con molto entusiasmo ha acconsentito a farsi intervistare (e come vedrete ha messo a disposizione molte immagini).
E senza altri indugi ecco a voi l`intervista.

Ciao Ivan, ci vorresti raccontare qualcosa sulla tua attività?
Ciao, la mia attività “ipotetica” è iniziata molti e molti anni fa, quando lavoravo da un falegname e credevo che per costruire una chitarra bastasse tagliare un pezzo di legno. Come se per costruire una casa si inziasse dal tetto, mi ero preoccupato di fare il mio logo, disegnare, spargere la voce… Per poi ovviamente capire che ero stato un cretino.
A 25 anni di distanza e con due bimbe, ripulendo la mia vecchia casa ho ritrovato il mio timbro, e come fanno molte persone nella crisi di mezza età, ho deciso di ricominciare a giocare con le cose di quando ero giovane per sentirmi un po’ meno “boomer”, ed anche se poi quando vado in negozio mi trovo a dire: “Che corde vanno di moda in questo millennio?”
Ho deciso di creare il mio “Bricolage sonico” per tirare fuori il suono con le mani da dovunque credo se ne possa trovare. 

Con l’idea di costruire due chitarre elettriche per le mie figlie ho iniziato ad informarmi più seriamente su cose che non sapevo nemmeno di non sapere, e grazie ai social e all’aiuto di moltissime persone bendisposte a dare suggerimenti, ho iniziato a studiare facendo esperimenti su esperimenti. Finché ad un certo punto la mia compagna si è rotta le scatole e ha deciso che dovevo dare via qualcosa per fare spazio a cose di secondaria importanza quali vestiti, cibo, piatti eccetera… In maniera piuttosto ragionevole devo essere onesto, perché stavo riempiendo la casa di chitarre che poi NON suono… Eh già perché io suono poco e MALE, ma quanto basta per saper distinguere un legno dall’altro, capire se uno strumento ha dei “buchi” nel sustain e per capire se un pickup è dignitoso o meno. Ed è così che ho iniziato ad essere insultato sul web, ma io sono cintura nera secondo dan di cazzomene 🙂

Ci potresti parlare delle tue creazioni?
All’inizio mi sono limitato a creare progetti personalizzati per gli amici, probabilmente come hanno fatto tutti… “Ma dai prova, se viene male non fa niente, hai detto che devi fare pratica…”.
Col tempo, ridendo e scherzando, hanno cominciato a chiedermi chitarre personalizzate anche persone che non conoscevo, ma che avevano visto e sentito qualche mio strumento in giro, e mi è nata l’idea di creare una linea di strumenti unici e a basso costo, accessibili a tutti e creati per poter essere upgradati se se ne ha voglia, oppure no.
L’idea della serie “HUMAN – Perfettamente imperfette” è nata quando ho sentito dire ad un amico che le chitarre le ammiri per l’estetica, ma te ne innamori per i difetti che le rendono particolari. Un po’ come le persone. Allora ho deciso che un nodo, una spaccatura, un difetto, potevano diventare un punto di forza dello strumento.
Ho notato che la cosa o si ama o si odia, non c’è “mmm”.
Se devo essere sincero, preferisco uno strumento così, uno strumento che possa essere riconosciuto, piuttosto che una simil-strato presa in oriente o uno uguale a 10 milioni di altre…
La produzione Fender è ottima, suonano benissimo, ma suonano tutte allo stesso modo.
Perché avere uno strumento uguale a tutti gli altri? Per avere un maglione firmato? Un paio di scarpe alla moda come gli altri? No grazie. Per me la musica è altro.

Ogni mio strumento ha un nome, che mi dice lui mentre lo lavoro, e ogni volta che se ne vanno di casa lascio al “cliente” sempre due lettere: una per lui aperta e una per lo strumento, chiusa e da non aprire, perché ogni volta mi sembra di salutare una delle mie bambine che se ne va di casa.
Come suona una chitarra fatta con del pino nodoso che ti guarda da un ponteggio, o ricavata dalla trave in rovere di una casa di 150 anni fa dove era conficcato un chiodo con un’aringa? Bhe… Come dico sempre: se qualcuno sente la differenza fra due chitarre elettriche dello stesso legno, una con un nodo e l’altra senza, gli regalo la mia washburn del ’79 🙂

 

Qual è il tuo rapporto col web?
Senza il web non avrei potuto imparare quasi niente, ora non è come 25 anni fa, adesso è molto più semplice trovare informazioni, materiali, ed altre persone che stanno imparando o che fanno realmente questo lavoro (non come me…) con cui scambiare opinioni e che sono disposte a dare suggerimenti e condividere tecniche e trucchi. Anche la diffusione e la pubblicizzazione del lavoro sono molto più rapide, anche se credo che in questo campo la cosa migliore sia sempre toccare con mano e orecchie!

Come descriveresti il contesto della compravendita degli strumenti musicali in Italia?
Trovo che il mercato sia un po’ cambiato negli ultimi anni. Adesso trovare una Vester a 50 mila lire come nel ’93 la vedo un po’ impossibile…
I prezzi anche nell’usato stanno aumentando, e la cosa purtroppo spinge molte persone all’acquisto di strumenti di imbarazzante fattura dall’estremo oriente piuttosto che verso strumenti usati quasi allo stesso prezzo ma di fattura migliore, ed è un peccato.
Il negozio virtuale ha sostituito in molti casi il fisico, e questo sta cambiando il rapporto con lo strumento rendendolo molto “asettico”, forse al punto da non cercare più il feeling con lo strumento, ma solo un oggetto.

Aspettative per il futuro?
Personalmente sono e sarò sempre un hobbista, non sono un liutaio, non lo sarò mai. Ho conosciuto veri liutai, per questo ne sono sicuro. Al punto che quando qualcuno mi chiede interventi su strumenti di valore li indirizzo verso chi si destreggia in questa arte. Sono sempre stato dell’idea che se una cosa che ti piace diventa un lavoro con delle scadenze, poi ti passa la voglia di farla, e non voglio che questo diventi un obbligo per me, ma resti sempre una passione.

Come avrete potuto notare, è stata un`intervista molto sentita e spontanea e ringrazio Ivan di cuore per la grande disponibilità. Potete seguirlo sul suo profilo Instagram e anche sul suo sito web personale per seguire da vicino le sue creazioni e anche per richiederne una tutta per voi!
Vi lascio con una bella carrellata di immagini di alcune chitarre realizzate da lui.

Alla prossima!

 

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