String, box and co…

String, box and co…

Prima di entrare nel vivo di questo articolo (molto interessante come avrete modo di scoprire tra poco) sento di ringraziare tutti i liutai, artigiani e sperimentatori che hanno accettato di farsi intervistare dal sottoscritto e condividere preziose immagini dei loro lavori.
Un altro grande ringraziamento va a tutti voi lettori: anche grazie a voi siamo già al terzo articolo del 2024!

Ebbene quest’oggi avremo come ospite Sandro Isca, segnalatomi dal grande Giuvazza, protagonista dello scorso articolo.
Ed ecco a voi questa bella intervista.

Ciao Sandro, cosa puoi raccontare sulla tua attività?
Beh, più che attività la chiamerei passione livello avanzato… Da sempre adoro ogni forma di artigianato e ho una discreta dimestichezza nel lavorare diversi materiali, dalla pelle ai metalli, ma quello con cui provo più soddisfazione in assoluto è il legno.

Lavoro fulltime come impiegato in una grossa azienda nel settore della Difesa e mio malgrado riesco a dedicare a questo meraviglioso hobby solo i weekend e i periodi di vacanza.

Sul mio profilo IG pubblico quasi esclusivamente quello che riguarda la creazione in ambito musicale in genere. Spazio da Cigarbox e Tinbox Guitar in puro stile Root Blues a Noisebox per Electro Ambient, da amplificatori ricostruiti guasti o revisionati, a microfoni per armonica LO-FI.

Nell’ultimo periodo sto avendo enormi soddisfazioni customizzando kit per chitarra elettrica cercando di creare strumenti unici mantenendo comunque un legame con i design classici, utilizzando materiali sia recuperati che ad hoc per la realizzazione finale. Mi piace dare un tocco “ready to relic”, ovvero, utilizzando come finitura esclusivamente un mix di cera d’api e olio minerale, al posto della spessa e ultra protettiva vernice poliuretanica, di fatto si ha un look molto più morbido e setoso al tatto, oltre un più pronto invecchiamento da utilizzo. Inoltre impiego spesso, per top e/o battipenna, lamiere come rame e ottone che con la naturale tendenza all’ossidazione, ne aumenta l’effetto relic vero e proprio. Ovviamente date le risorse limitate, lo scopo finale è vendere e reinvestire in attrezzi e materiali per i progetti successivi in una sorta di “chitarra perpetua”.

Qualche progetto di cui sei particolarmente orgoglioso?
In realtà non c’è un progetto che sovrasta gli altri, ognuno mi ha dato soddisfazioni, o per risultato finale, o per “percorso” di creazione.
Sicuramente quello cui sono più affezionato e che mi ha convinto a proseguire in questo ambito e cominciare a farmi conoscere su Instagram, è il primo: la “Dogbowl Guitar”.

Nel 2016, ripresa da casa dei miei la ¾ classica che mi regalò mio padre quando avevo 7 anni (una cinesata già allora vista la qualità infima), decido quindi di riprendere dove avevo lasciato in adolescenza sulla chitarra, nel frattempo abbandonata per impegni e tante scuse.
Purtroppo, poco dopo, una caduta dal divano ha aperto la tavola armonica dalle fasce e, sotto la tensione delle corde che tiravano il ponte verso la paletta, l’ha fatta chiudere su se stessa tipo Motorola StarTAC . Oltre il valore affettivo avevo appena perso il mio strumento di svago.
Decido di ripararla da me e dopo mesi di video di liuteria su costruzione da zero, riparazioni, conversioni, trasformazioni mi prendo di coraggio e procedo con la conversione in Dogbowl Resonator, ovvero una resofonica con il cono rimpiazzato da una ciotola per cane.
Il progetto è riuscito perfettamente, esteticamente sono rimasto estremamente soddisfatto ed è una macchina da Blues divertentissima con lo slide. Ho imparato veramente tanto e ho continuato a studiare e acquistare via via tutta l’attrezzatura di liuteria necessaria per riparazioni, setup e manutenzioni ordinarie e straordinarie. In più, le ore dedicate alla creazione di strumenti combinato con l’odore di segatura, mi danno quello stato di relax meditativo che adoro.

Com’è il contesto del sud Italia?
Il sud Italia è come lo descrivono, 300 giorni di estate l’anno, ottimo cibo (il migliore effettivamente) e niente lavoro… Scherzi a parte, ci sono tante realtà più o meno conosciute sia a livello musicale in genere che nell’artigianato tutto. Sicuramente il comitato Addiopizzo ha spronato e aiutato tanto ad avere il coraggio di realizzare i propri sogni, aprendo la propria attività senza la paura di dover avere a che fare con situazioni legate alla mafia.

Sicuramente si potrebbe fare di più per promuovere la musica in tutti gli ambiti e a tutti i livelli. I locali dove si fa musica dal vivo sono spesso scettici a promuovere musica propria, e quindi si va avanti a cover band o tribute band.
Per fortuna esistono molti studi di registrazione e accademie di musica estremamente professionali che danno tutto il supporto necessario per chi volesse imparare, migliorare e registrare qualcosa di proprio.

Suggerimenti per migliorare?
Mai perdere la curiosità sul nuovo, l’innovativo e problem solving, ma non solo. Studiare, prendendo inspirazione dai contesti più disparati. Instagram, come altri social, e le relative community in ambito chitarristico, liuteria e simili, sono una immensa fonte di spunti.
Un tempo si pensava a tenere per sé il proprio Know How, per paura di essere fregati. Oggi, finalmente, si è capito che proprio la condivisione è la chiave per crescere, migliorare e ampliare orizzonti, facendo networking.

Cosa vedi nel futuro?
Sicuramente continuare ad investire in questa direzione, passare a produzione da zero magari con materiali alternativi. Sono molto affascinato per esempio nell’utilizzo del legno di recupero (vecchi mobili, telai di porte, ecc.) perché sono legni con venature molto strette, legate a crescite molto più lente e oltretutto sono legni con stagionatura molto lunga, quindi con rischio deformazioni nel tempo pari o quasi a 0.
Un altro materiale su cui sono particolarmente proiettato per i progetti futuri è il bamboo, sia in termini di “venature” sia e soprattutto in termini di sostenibilità e reperibilità.

 

Senz’altro belle parole di un vero appassionato dello strumento e della liuteria. Ringrazio molto Sandro e vi invito a visitare il suo profilo Instagram dove sono presenti tutti i suoi lavori. Alcuni li troverete in fondo all’articolo.
Alla prossima!