Giuvazza e l’arte di reinventare uno strumento

Giuvazza e l’arte di reinventare uno strumento

Salve a tutti!
Quest’oggi vi propongo una favolosa intervista con Giovanni Maggiore, in arte Giuvazza Maggiore che con molto umiltà e simpatia ci ha regalato delle splendide parole sulla musica e sulla chitarra.
Inoltre ha gentilmente concesso delle immagini per arricchire ulteriormente questo articolo.
E ora senza tergiversare ecco a voi l’intervista!

Ciao, nel mondo variegato della musica, di cosa ti occupi in particolare?
Ciao!! Sono un chitarrista e produttore.
Vengo da anni di tournée e produzioni discografiche, tra gli artisti con cui collaboro e ho lavorato posso menzionarti Eugenio Finardi, Levante, Deproducers (Vittorio Cosma, Gianni Maroccolo e Riccardo Sinigallia), Bianco, Manuel Agnelli, Max Casacci e altri ancora.
Parallelamente a questo mi occupo anche di musica per la pubblicità e da un annetto circa dedico del tempo anche ai social – in particolare Instagram – dove racconto vari progetti folli , tipo la costruzione di strumenti musicali. Mi piace l’idea di condividere l’entusiasmo dovuto all’atto creativo, soprattutto perché il primo stupirsi della riuscita di un progetto, sono io!

Hai mai pensato di trasferirti all’estero?
Il pensiero c’è stato parecchie volte, ma non si è mai tramutato in un desiderio pratico.
Sono rimasto affascinato da molti Paesi, ma in tutti o quasi, ho notato sia i pro che i contro e in soldoni, non credo esista motivo reale per lasciare l’Italia, almeno per me.
Negli Stati Uniti, per esempio, ci sono davvero enormi possibilità ma sono direttamente proporzionali ad un immenso numero di persone che ambiscono a grandi sogni e progetti; il rischio di diventare “uno dei mille” è davvero dietro l’angolo

Credi che sito web e profili social siano utili per la tua attività?
Si, ma dipende dalla finalità. I social certamente posso funzionare come amplificatore della propria attività ma è come comunichi a fare la differenza.
A me personalmente non interessa usarli per comunicare cosa farò, dove suonerò ecc ecc. Li vivo più come un “canale televisivo” nel quale creare un palinsesto di contenuti che possono coinvolgere gli altri e sui quali discutere insieme. L’interazione per me è fondamentale, rispondo e dialogo con tutti.

Ho visto che stai lavorando su di un progetto detto “LABassa”, ne potresti parlare?
LABassa è un progetto che nasce dal mio amico Franco Cristaldi che prima di tutto è uno straordinario musicista che fatto la storia della musica italiana (Paola Turci, Alberto Fortis, Ornella Vanoni, Grignani, Pezzali ecc ecc).
Lui trent’anni fa ha recuperato una chitarra classica trasformandola in un basso e la cosa mi ha da subito affascinato, allora gli ho proposto di riprodurla perché pensavo che dietro ci fosse una bella storia di riciclo creativo che valeva la pena raccontare.
La meraviglia de LABassa è che suona bene pur non avendo una struttura ad hoc: il manico non ha truss rod e il ponte e avvitato con una placca sotto il top del corpo ma malgrado questo, il manico non si piega e nulla si è rotto.
Ci anche tengo a dire che noi giochiamo! Fare queste cose ci fa stare bene, non abbiamo velleità commerciali. Siamo musicisti, non liutai – anzi – ogni strumento che costruisco lo faccio poi settare dal grande Ambrogio Geroli, liutaio milanese che oltre a risolvere i piccoli problemi, mi sostiene e incoraggia nel proseguire in queste follie!

“LABassa “

 

con Franco Cristaldi

Hai in cantiere altri progetti simili?
Si, ma non subito perché quando entro in modalità “liutaio punk” non riesco a pensare a nient’altro e siccome il mio lavoro è un altro, devo ponderare i miei impeti da “hobbista”.

 

Ringrazio ancora di cuore Giovanni e vi invito a visitare il suo profilo Instagram e il suo sito web personale.
Alla prossima!